da quotidiano Frankfurter Rundschau
anche se è u po vecchia,vale la pena leggere cosa dice.
“COME SE” EROTISMO.
di Elke Buhr (direttrice e giornalista del Frankfurter Rundschau)
Il secondo album “Zimmer 483” della giovane band dei Tokio Hotel esce domani e già si infiammano discussioni tra fan e anti-fan sull’aspetto androgino del cantante Bill Kaulitz. Elke Buhr parla di questo fenomeno che ha creato sia fan devoti che nemici giurati e scopre un potere impensabile.
Abbiamo visto questa band crescere nel vero senso della parola. Quando i Tokio Hotel, giovane gruppo di Magdeburgo, sono apparsi sulla copertina della rivista per teenager “Bravo” nell’estate 2005 – e praticamente in tutti i numeri successivi – il cantante Bill Kaulitz e suo fratello gemello Tom, il chitarrista del gruppo, avevano solo 15 anni. Il bassista Georg e il batterista Gustav erano ragazzi robusti come orsi di 17 o 18 anni che coprivano le spalle larghe con magliette che portavano i nomi dei loro gruppi metal preferiti. Bill e Tom, al contrario, vestivano abiti ricercati e ricchi di accessori sub-culturali con un’aria straordinariamente fanciullesca – Bill addirittura aveva ancora una voce immatura e mai spalle più strette hanno indossato una giacca di pelle.
Il grande mondo dello show-business non è mai stato a corto di star bambini, ma questa definizione sarebbe sbagliata nel caso dei Tokio Hotel. Bill e Tom, nati a Magdeburgo, nella Germania dell’Est, nel settembre 1989 – pochi mesi prima della caduta del muro – sono il prodotto di un mondo in cui la cultura del pop cattura bambini fino dalle scuole elementari. Bill e Tom, però, avevano uno stile incline al pop ancora prima di incontrare il loro primo produttore che ha fatto prendere loro lezioni di musica e canto per prepararli al grande debutto. A soli 7 anni il padrino ha messo loro tra le mani una chitarra. Tom ha rasta biondi e veste pantaloni larghi sin da quando ha cominciato la scuola, mentre Bill si è creato uno stile alla David Bowie a solo 11 anni con affascinanti capelli a punta e ombretto nero.
Nel frattempo la voce di Bill è scesa di una chiave e la band si è fatta conoscere. Il loro secondo album “Zimmer 483” uscirà domani, mentre il singolo “Uebers Ende der Welt” (oltre la fine del mondo) è già in vetta alle classifiche tedesche e Stern non è l’unica rivista a raccontare la straordinaria ascesa della band tedesca più affermata di sempre. In casa il gruppo fa registrare il tutto esaurito in ogni posto dove metta piede e ora punta al successo internazionale. Il loro album di debutto “Schrei” è arrivato ad ottenere il disco d’oro in Francia e l’anno scorso i Tokio Hotel si è rivelata una delle nuove band più amate – un passo raro per un gruppo tedesco. E gira voce che in Russia i Tokio Hotel stiano portando masse di teenager a prendere lezioni di tedesco.
Gli adulti, da parte loro, non smettono di chiedersi cosa diavolo ci sia dietro al fenomeno dilagante dei Tokio Hotel.
Come spesso accade nel mondo del pop, la ragione del successo di una band difficilmente sta solo nella musica. Perché la loro musica è nella media: semplice pop-rock con melodie orecchiabili e un mix ben calcolato di motivi ripetuti con la chitarra che sembrano essere stati rubati ai Metallica, con l’aggiunta di elementi romantici da ballata.
La loro musica attinge un po’ ovunque e si mantiene originale e proprio per questo si assicura di piacere a più persone, mentre la sua produzione è tecnicamente perfetta. Talvolta i testi sono un po’ ingenui: una canzone ha per titolo “Jung und nich mehr jugendfrei (Giovani e non più V.M.18)”. La maggior parte dei testi, comunque, sono toccanti suggestioni di libertà per le anime degli adolescenti: “Scream! Till you feel it” è un imperativo a cui rispondono migliaia di fan alzando le mani con Bill. Le nuove canzoni di “Zimmer 483” hanno un tocco più rock rispetto all’album precedente, ma continuano a premere sugli stessi temi: questa volta al posto di “attraversare il monsone”(Durch den Monsun) si va “oltre la fine del mondo”(Uebers Ende der Welt), ma in entrambi i casi ci si arriva in fretta, con un ritmo che conquista e i soliti motivi ripetuti dalla chitarra.
Tuttavia a dispetto di quello che molti dicono, i Tokio Hotel non sono una band i cui membri sono stati selezionati con casting e sia il produttore che i ragazzi del gruppo affermano in modo del tutto plausibile che le canzoni le scrivono insieme e alcune sono addirittura state scritte anni fa quando Bill e Tom erano alti solo 130 cm e avevano una band chiamata Devilish. Sarebbe difficile pensare diversamente per un gruppo così ben pubblicizzato. Ma soprattutto i Tokio Hotel, e specialmente il cantante Bill Kaulitz, sono praticamente divini quando eseguono performance dal vivo. E’ il carisma che conta.
anche se è u po vecchia,vale la pena leggere cosa dice.
“COME SE” EROTISMO.
di Elke Buhr (direttrice e giornalista del Frankfurter Rundschau)
Il secondo album “Zimmer 483” della giovane band dei Tokio Hotel esce domani e già si infiammano discussioni tra fan e anti-fan sull’aspetto androgino del cantante Bill Kaulitz. Elke Buhr parla di questo fenomeno che ha creato sia fan devoti che nemici giurati e scopre un potere impensabile.
Abbiamo visto questa band crescere nel vero senso della parola. Quando i Tokio Hotel, giovane gruppo di Magdeburgo, sono apparsi sulla copertina della rivista per teenager “Bravo” nell’estate 2005 – e praticamente in tutti i numeri successivi – il cantante Bill Kaulitz e suo fratello gemello Tom, il chitarrista del gruppo, avevano solo 15 anni. Il bassista Georg e il batterista Gustav erano ragazzi robusti come orsi di 17 o 18 anni che coprivano le spalle larghe con magliette che portavano i nomi dei loro gruppi metal preferiti. Bill e Tom, al contrario, vestivano abiti ricercati e ricchi di accessori sub-culturali con un’aria straordinariamente fanciullesca – Bill addirittura aveva ancora una voce immatura e mai spalle più strette hanno indossato una giacca di pelle.
Il grande mondo dello show-business non è mai stato a corto di star bambini, ma questa definizione sarebbe sbagliata nel caso dei Tokio Hotel. Bill e Tom, nati a Magdeburgo, nella Germania dell’Est, nel settembre 1989 – pochi mesi prima della caduta del muro – sono il prodotto di un mondo in cui la cultura del pop cattura bambini fino dalle scuole elementari. Bill e Tom, però, avevano uno stile incline al pop ancora prima di incontrare il loro primo produttore che ha fatto prendere loro lezioni di musica e canto per prepararli al grande debutto. A soli 7 anni il padrino ha messo loro tra le mani una chitarra. Tom ha rasta biondi e veste pantaloni larghi sin da quando ha cominciato la scuola, mentre Bill si è creato uno stile alla David Bowie a solo 11 anni con affascinanti capelli a punta e ombretto nero.
Nel frattempo la voce di Bill è scesa di una chiave e la band si è fatta conoscere. Il loro secondo album “Zimmer 483” uscirà domani, mentre il singolo “Uebers Ende der Welt” (oltre la fine del mondo) è già in vetta alle classifiche tedesche e Stern non è l’unica rivista a raccontare la straordinaria ascesa della band tedesca più affermata di sempre. In casa il gruppo fa registrare il tutto esaurito in ogni posto dove metta piede e ora punta al successo internazionale. Il loro album di debutto “Schrei” è arrivato ad ottenere il disco d’oro in Francia e l’anno scorso i Tokio Hotel si è rivelata una delle nuove band più amate – un passo raro per un gruppo tedesco. E gira voce che in Russia i Tokio Hotel stiano portando masse di teenager a prendere lezioni di tedesco.
Gli adulti, da parte loro, non smettono di chiedersi cosa diavolo ci sia dietro al fenomeno dilagante dei Tokio Hotel.
Come spesso accade nel mondo del pop, la ragione del successo di una band difficilmente sta solo nella musica. Perché la loro musica è nella media: semplice pop-rock con melodie orecchiabili e un mix ben calcolato di motivi ripetuti con la chitarra che sembrano essere stati rubati ai Metallica, con l’aggiunta di elementi romantici da ballata.
La loro musica attinge un po’ ovunque e si mantiene originale e proprio per questo si assicura di piacere a più persone, mentre la sua produzione è tecnicamente perfetta. Talvolta i testi sono un po’ ingenui: una canzone ha per titolo “Jung und nich mehr jugendfrei (Giovani e non più V.M.18)”. La maggior parte dei testi, comunque, sono toccanti suggestioni di libertà per le anime degli adolescenti: “Scream! Till you feel it” è un imperativo a cui rispondono migliaia di fan alzando le mani con Bill. Le nuove canzoni di “Zimmer 483” hanno un tocco più rock rispetto all’album precedente, ma continuano a premere sugli stessi temi: questa volta al posto di “attraversare il monsone”(Durch den Monsun) si va “oltre la fine del mondo”(Uebers Ende der Welt), ma in entrambi i casi ci si arriva in fretta, con un ritmo che conquista e i soliti motivi ripetuti dalla chitarra.
Tuttavia a dispetto di quello che molti dicono, i Tokio Hotel non sono una band i cui membri sono stati selezionati con casting e sia il produttore che i ragazzi del gruppo affermano in modo del tutto plausibile che le canzoni le scrivono insieme e alcune sono addirittura state scritte anni fa quando Bill e Tom erano alti solo 130 cm e avevano una band chiamata Devilish. Sarebbe difficile pensare diversamente per un gruppo così ben pubblicizzato. Ma soprattutto i Tokio Hotel, e specialmente il cantante Bill Kaulitz, sono praticamente divini quando eseguono performance dal vivo. E’ il carisma che conta.
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